Mastoplastica Additiva Roma

Mastoplastica Additiva Roma:  l'operazione di chirurgia estetica che consente un aumento del volume del seno si chiama mastoplastica additiva e consiste nell'inserimento di protesi mammarie, per riempire un seno piccolo o poco sviluppato.

mastoplastica additiva Indicazioni

Oggi le persone, che si rivolgono al medico per realizzare un intervento di mastoplastica additiva per aumentare il seno sono aumentate, ma spesso trovano una informazione su questo tipo di intervento varia e confusa. Le indicazioni per l'aumento del seno sono ovviamente indipendenti dalla tecnica impiegata e possono essere così raggruppate:
1. Ipoplasia mammaria costituzionale: sono le mammelle piccole e poco sviluppate, generalmente di natura congenita o endocrina.
2. Ipoplasia post-gravidica: si manifesta dopo una gravidanza, principalmente con una perdita di tonicità generale della mammella e spesso con uno svuotamento della parte superiore del seno.
3. Ipoplasia post-dimagrimento: si manifesta dopo un dimagrimento con una perdita della tonicità, del volume e spesso con una alterazione della forma delle mammelle.
4. Asimmetria mammaria: le mammelle presentano taglie diverse e a volte sono differenti tra loro, anche nella forma. Quest'ultima è quasi sempre una situazione su base costituzionale.
Vorrei inoltre sottolineare che l’indicazione principale per effettuare un intervento di mastoplastica additiva per l'aumento del seno è un volume non adeguato del seno, a giudizio della stessa paziente e indipendente dalla situazione di partenza o da ciò che gli altri pensano o dicono.

Caratteristiche fisiche e personalizzazione del risultato

Le pazienti che vengono a trovarmi nel mio studio, richiedendomi un aumento del volume del seno, generalmente hanno delle caratteristiche fisiche riconducibili ad una di queste:

Caso 1: paziente con scarso volume del seno e struttura estetica conservata. Complesso areola-capezzolo in posizione corretta. Vedi mastoplastica additiva foto prima e dopo.

Caso 2: paziente con scarso volume e seno cadente conseguente gravidanza e allattamento (o dimagrimento). Vedi mastoplastica additiva foto prima e dopo.

Caso 3: paziente con quasi totale assenza del tessuto ghiandolare e di struttura mammaria. Vedi mastoplastica additiva foto prima e dopo.

L'intervento dovrà essere sempre, necessariamente, personalizzato sulla base della morfologia della paziente, in quanto ingrandire il seno non è sinonimo di buon risultato o miglioramento estetico, ecco perchè protesi uguali a volte producono risultati così differenti in pazienti diverse.

Ogni tipo di posizionamento delle protesi, di incisione, ha indicazioni diverse e determina risultati disuguali e spesso fa la differenza tra un risultato mediocre ed un intervento dal buon esito (vedi il riferimento scientifico numero 1, 2, 3, 4).

Cicatrici

  • Mastoplastica Additiva Roma: incisioni e cicatrici
  • Mastoplastica additiva incisioni ascellare e periareolare
  • Mastoplastica Additiva incisione ascellare

Utilizzo prevalentemente due tipi di incisioni, per inserire le protesi, nella mastoplastica additiva, sulla base di fattori anatomici, estetici e di preferenza della paziente. Le incisioni per la mastoplastica additiva possono essere realizzate nella parte inferiore del contorno dell’areola, cioè nella regione di cute scura che circonda il capezzolo, sulla transizione tra il rosa più scuro e quello più chiaro della cute normale, o sotto l’ascella. Non mi piacciono molto le incisioni sulla piega sottomammaria: quelle cicatrici, che appaiono spesso anche al mare, con il costume da bagno, sotto il seno, sono proprie a mio modo di vedere, di un modo superato di intendere la chirurgia estetica del seno.

Attualmente ho notato la tendenza anche da parte delle pazienti a preferire per la mastoplastica additiva le   cicatrici sotto le ascelle. Probabilmente la possibilità di evitare cicatrici posizionate direttamente sul seno con questo tipo di tecnica,  soddisfa maggiormente le persone.

Tipi di protesi per l'aumento del seno

Le protesi per il seno, che si usano attualmente sono riempite con silicone ad alta coesione di IV generazione, cioè un gel di silicone, che anche in caso di rottura non fuoriesce espandendosi e assorbendosi al livello sistemico come avveniva con i vecchi impianti. Gli involucri delle protesi, che consiglio, sono quelli testurizzati a superficie rugosa o in casi particolari quelli ricoperti in poliuretano, che diminuiscono le percentuali di formazione di contrattura capsulare.
Per quanto riguarda la forma degli impianti per il seno, per la mastoplastica additiva, possiamo distinguere  genericamente le protesi rotonde e quelle anatomiche o a "goccia". Dopo un periodo in cui le protesi a goccia sono state molto utilizzate dai medici, oggi il loro uso è relegato a casi molto specifici in quanto alcune problematiche insorte negli anni con il loro uso, come la rotazione e la conseguente asimmetria sul seno e la maggiore apprezzabilità dei bordi sotto i tessuti,  non le fanno preferire alle protesi rotonde. per ulteriori informazioni su questo argomento visita la sezione tipi di protesi per il seno.​

Mastoplastica Additiva Roma: l'anestesia che usiamo

Eseguo la Mastoplastica Additiva Roma mediante anestesia locale associata alla sedazione sotto il controllo dell'anestesista, che permette alla paziente di non essere cosciente durante tutto l’intervento, o in alternativa mediante Blocco Epidurale alto realizzato dal mio anestesista e associato a sedazione.
Questi sono a mio modo di vedere, i migliori tipi di anestesia in assoluto per la mastoplastica additiva per vari motivi: interferiscono meno con i fenomeni vitali, permettono un ritorno precoce alla deambulazione, all’alimentazione, alla vita di relazione e lavorativa.
Con queste tecniche anestesiologiche siamo in grado di dimettere le nostre pazienti dopo circa 6 ore dalla fine dell’intervento in regime di Day-hospital e le rivediamo dopo 5 – 7 giorni per la visita di controllo. Usiamo colla biologica sulla cute, e quindi non si pone il problema, a volte temuto dalle pazienti, di dover rimuovere i punti di sutura.
Non abbiamo generalmente la necessità di ricovero e pernottamento, ma se di preferenza della paziente viene comunque offerto nel pacchetto dell'intervento allo stesso costo. Non utilizziamo di routine nessun tipo di drenaggio nel post-operatorio. I vantaggi complessivi con questo approccio alla mastoplastica additiva sono un rischio anestesiologico ridotto praticamente a zero, un post-operatorio tranquillo, senza vomito, indolore, con la possibilità di alimentarsi dopo qualche ora.
Oggi sono sempre di più i colleghi, che come noi, iniziano a utilizzare tecniche alternative all’anestesia generale, che presuppone sicuramente un rischio più alto per la paziente, associato ad un post-operatorio più travagliato e complicato, giustificabile per un intervento chirurgico di necessità, discutibile per un intervento di chirurgia estetica.

Rischi e complicazioni

In chirurgia estetica esistono rischi anestesiologici e rischi chirurgici per ogni intervento e quindi anche dei ​rischi specifici per la mastoplastica additiva. Tali rischi vanno sempre spiegati e valutati insieme al paziente. E' chiaro che la capacità del medico di evitarli ed eventualmente di risolverli fa la differenza tra un piccolo incidente di percorso, che si risolve senza conseguenze per il paziente e un problema più serio che può portare a sequele definitive.

Qual'è la stagione ideale per intervenire?

Spesso mi si chiede se c’è un periodo dell’anno, indicato per eseguire l'intervento di mastoplastica additiva. La mia risposta è che qualsiasi stagione è adatta.
Infatti, erroneamente si crede che gli interventi di chirurgia plastica ed estetica ed in particolare gli interventi di mastoplastica additiva non si possano fare nelle stagioni estive, ma se così fosse a Rio de Janeiro, una delle capitali mondiali della chirurgia estetica, non si opererebbe mai visto il tipo di clima caldo tutto l'anno. In realtà molti pazienti scelgono normalmente i mesi estivi per effettuare l’intervento, approfittando delle proprie ferie poiché impossibilitati ad interrompere le proprie attività lavorative durante il corso dell’anno. C'è comunque da dire che poichè gli interventi di chirurgia estetica non sono interventi di necessità, si possono pianificare con maggiore calma e possono essere eseguiti in un periodo non troppo caldo per evitare lo sconforto climatico durante il periodo di recupero.

Mastoplastica Additiva: l'allattamento

Per quanto riguarda l’allattamento se l’intervento di mastoplastica additiva è realizzato con modalità corrette, indipendentemente dalla localizzazione dell’incisione non produce lesione ghiandolare, pertanto non influenza l’allattamento futuro.

Molte persone decidono di aumentare il volume del proprio seno dopo quel processo tipico di svuotamento, che si verifica dopo una gravidanza e l’allattamento. Tuttavia la capacità degli impianti di comportarsi come dei veri “cuscinetti” o “ammortizzatori” fa si che tale svuotamento sia estremamente ridotto nelle pazienti, che avevano collocato le protesi prima della gravidanza, dimostrando come sia possibile consigliare tranquillamente l’uso di protesi alle persone, anche prima di avere dei figli (vedi il riferimento scientifico numero 20).

Controlli ecografia e mammografia

Oggi, restano tuttavia i dubbi circa i controlli successivi all’inserimento degli impianti, visto che molte donne che si sottopongono a questo tipo di intervento sono portatrici di mastopatia fibrocistica ed altre alterazioni benigne del seno. Le protesi di ultima generazione, in quanto radiotrasparenti, non limitano comunque in nessun modo la possibilità di eseguire una ecografia o una mammografia, anzi sembrerebbe che la spinta meccanica in avanti del tessuto ghiandolare ad opera delle protesi, faciliterebbe secondo alcuni l’individuazione di piccole anormalità all’interno della mammella che negli altri casi potrebbero essere trascurate (vedi il riferimento scientifico numero 23, 24).

Mastoplastica additiva: la mia esperienza

Fino a circa 5 anni fa nella mia casistica, più della metà degli interventi di Mastoplastica Additiva Roma erano fatti con incisione nel contorno inferiore dell'areola per inserire le protesi e il restante per via ascellare. Nel corso di questi ultimi anni praticamente la quasi totalità degli interventi viene fatta per via ascellare. La esperienza da me maturata mi ha convinto circa la superiorità di questa tecnica rispetto alle altre, per i seguenti motivi:

1. Lascia il seno libero da qualsiasi tipo di cicatrice o taglio.
2. Non produce disturbi di sensibilità del complesso areola capezzolo.
3. Consente l'utilizzazione di protesi per il seno voluminose con cicatrici minori e poco visibili.
4. Le restrizioni nel post-operatorio, come la guida dell'automobile, o l'esecuzione di esercizi fisici moderati, sono minori, poichè la cicatrice si trova lontana dall'area trattata.
5. Il recupero e il ritorno alle attività lavorative della paziente risultano accelerate.
6. La cicatrice localizzata lontano dalla zona di tensione causata dalla protesi, che distende i tessuti, porta ad una migliore cicatrizzazione della ferita.

Con questo tipo di accesso per inserire le protesi inoltre non si attraversa chirurgicamente la ghiandola, evitando di danneggiarla e nel contempo si riducono drasticamente le possibilità di sanguinamenti postoperatori ed ematomi del seno. Anche la disinsersione del muscolo pettorale, nel posizionamento sottomuscolare non è necessaria.
Gli svantaggi sono i tempi necessari alla cicatrice per schiarirsi, un poco più lunghi, circa 9-12 mesi.
Nei casi in cui ci sia la necessità di rimuovere noduli al livello del seno inoltre questo approccio ascellare per posizionare le protesi rende difficile l'intervento ed anche in alcuni tipi di mammella tuberosa, nei casi in cui sia necessaria una incisione della ghiandola, per diminuirne la proiezione mammaria, la via ascellare non è la scelta migliore, mentre è da preferire la via periareolare.

I risultati e i limiti della mastoplastica additiva

Un aumento del seno visibile immediatamente dopo l'intervento e l'assenza di cicatrici sul seno, con la tecnica transascellare, produce alti indici di soddisfazione delle pazienti. Con questa tecnica, si possono inoltre ottimizzare le forme del seno e si possono anche correggere piccole ptosi e cedimenti del seno inserendo esclusivamente protesi mammarie. I vantaggi in generale consistono nella possibilità di grandi miglioramenti estetici con piccole incisioni nascoste, a differenza ad esempio della mastoplastica riduttiva o della mastopessi in cui sono necessarie cicatrici più evidenti per ottenere risultati estetici soddisfacenti.
Le deformità costituzionali e le grandi asimmetrie tuttavia possono necessitare di protesi di differenti dimensioni e in casi rari, può rendersi necessaria la riduzione del seno più grande mediante mastoplastica riduttiva. Altri casi ancora prevedono la necessità di risollevare un seno eccessivamente caduto e può rendersi necessaria l'associazione della mastopessi.

Post-operatorio della mastoplastica additiva

Nell'intervento di Mastoplastica Additiva Roma puramente estetico non utilizzo di routine drenaggi o guaine compressive nel post-operatorio, inoltre per quanto riguarda le cicatrici, suturando la cute con colla biologica non è necessaria la successiva asportazione dei punti di sutura.
La prima visita di controllo viene effettuata dopo 5-7 giorni per la rimozione dei cerotti sulle incisioni, mentre la seconda visita viene effettuata a distanza di 30 giorni dall'intervento. La visita di controllo finale si effettua dopo circa 3 mesi.

Il dolore

La mastoplastica additiva è praticamente indolore nella collocazione sotto la ghiandola mammaria o moderatamente dolorosa nella collocazione sottomuscolare degli impianti, necessitando a volte un utilizzo di farmaci analgesici per 3-5 giorni. Per l'esposizione al sole è necessaria la scomparsa delle ecchimosi sulla pelle. La ripresa delle attività lavorative e di relazione è sempre funzione della capacità di recupero costituzionale del singolo individuo, quindi non sempre programmabile, comunque con miglioramenti post-operatori adeguati generalmente a partire dal settimo, decimo giorno post-operatorio.

Mastoplastica Additiva: domande e risposte

Il seno rifatto è riconoscibile alla vista ed al tatto?
Teoricamente un seno rifatto non dovrebbe essere riconoscibile ne alla vista, ne percepibile al tatto, rispetto ad un seno naturale, tuttavia vanno fatte alcune considerazioni: Allo stato attuale non esiste un metodo per far sparire completamente le cicatrici, questo significa che una volta incisa la pelle, un segno minimo, per quanto nel tempo difficilmente percepibile, sempre rimarrà, mostrando a un occhio attento e/o esperto, che qualche tipo di intervento è stato realizzato su quel distretto corporeo. Al tatto, quando usate protesi di tipo e dimensioni adeguate, specie se collocate sotto il muscolo pettorale, queste risultano realmente di difficile percezione. C’è da dire tuttavia che protesi riempite con soluzione salina e le protesi di silicone a goccia, sono più percepibili al tatto e a volte alla vista, perché più dure e quindi meno naturali. Dimagrimenti importanti possono inoltre rendere percepibili le protesi, specie se collocate più superficialmente, ad esempio sotto la ghiandola, in seguito alla diminuzione del grasso presente nella ghiandola con superficializzazione delle protesi rendendole palpabili specie sui bordi.
I motivi per cui una protesi si avverte al tatto, cosa che normalmente non avviene, possono essere inoltre: una protesi troppo grande rispetto alla quantità di tessuti della paziente, la collocazione della protesi in un piano troppo superficiale in pazienti magre, la contrattura capsulare ed altre ancora.

Ho una cicatrizzazione non buona, mi consiglia la mastoplastica additiva?
Le cicatrici sono ben mascherabili. In casi di cattiva cicatrizzazione costituzionale del paziente o in persone particolarmente preoccupate con gli esiti della cicatrice consiglio l'incisione sotto l'ascella che le rende perfettamente occultabili.
Non dimentichiamoci inoltre, che la cicatrizzazione si conclude in circa un anno, ciò significa che dopo 2-3 mesi dall'intervento probabilmente le cicatrici, ancora saranno infiammate e rosse, tutto questo è normale.
In linea di massima non consiglio mai nessun tipo di prodotto o pomata per prevenire o migliorare la cicatrice, occorre solo aspettare. Tuttavia se viene notato qualcosa di strano, ad esempio un allargamento e un ispessimento molto evidenti, occorre fare seguire dal medico l’evoluzione della propria cicatrice per scongiurare un eventuale cicatrice ipertrofica o cheloidea. Ad ogni modo cicatrici ipertrofiche per cause costituzionali possono essere migliorate con preparazioni da applicare localmente o rifatte con piccoli interventi ambulatoriali.

Ho la mastopatia fibrocistica e in famiglia ci sono stati casi di cancro alla mammella. Posso mettere le protesi al seno?
Per la mastoplastica additiva si è passati da un periodo in cui si pensava, che le protesi di silicone stimolasssero la formazione del cancro mammario , fatto mai dimostrato in nessun caso al livello mondiale, ad un periodo in cui le protesi di vecchia generazione, radiopache, potessero nascondere in qualche modo la perfetta visione strumentale della ghiandola. In questo periodo si sconsigliava l'uso delle protesi alle persone con fattori familiari di rischio, mentre per le persone affette da patologia benigna come la mastopatia fibrocistica si consigliava comunque un posizionamento lontano dalla ghiandola (sottomuscolare) per poter visualizzare adeguatamente le mammelle durante i controlli.
Allo stato attuale le cose si sono ulteriormente evolute: la presenza di protesi di nuova generazione  radiotrasparenti non limitano più la visione strumentale, anzi sembrerebbe, che indipendentamente se situate sopra o sotto il muscolo, spingendo sui tessuti in avanti permetterebbero una migliore individuazione di piccole anomalie. Esistono studi inoltre, che dimostrano che le pazienti, che hanno le protesi si controllano di più e in caso di insorgenza di tumore, uno studio americano ha messo in evidenza, che le donne portatrici di impianti mammari, rispetto alle donne senza protesi, dopo l'insorgenza del tumore hanno un indice di sopravvivenza maggiore, probabilmente perché controllandosi periodicamente, si riesce ad intervenire più precocemente sul tumore  insorto.

In seguito ad un dimagrimento il mio seno si è svuotato ed è caduto. E’ meglio mettere le protesi o fare la mastopessi?
I regimi dietetici influenzano molto la forma del seno: dimagrendo il seno si svuota e scende.
Il punto fondamentale è capire cosa si vuole ottenere da un eventuale intervento chirurgico. La Mastopessi serve per correggere la caduta del seno "rimontando" la mammella, mantenendo lo stesso volume, e correggendo al contempo lo svuotamento del polo superiore del seno. Gli svantaggi della Mastopessi sono, che difficilmente questo tipo di intervento è eseguibile con un tipo di incisione ridotta intorno alla parte inferiore dell'areola come ad esempio si usa per inserire le protesi. Nella maggior parte dei casi per "tirare su" un seno caduto occorre associare anche un incisione verticale che scende dritta dall'areola alla piega mammaria. Seppur sottile, un segnetto verticale rimarrà sempre. La Mastoplastica Additiva con l'inserimento di protesi si usa principalmente per aumentare la grandezza del seno o per riempirlo. Nel caso ci sia anche una caduta del complesso areola-capezzolo questa riesce ad essere corretta esclusivamente con l'inserimento delle protesi solo se è di lieve entità o in caso contrario inserendo protesi molto voluminose.
Occorre quindi prima valutare l'entità dello svuotamento e la grandezza del seno, che si sarebbe disposti ad accettare per correggere questo difetto e se questo volume poi si adatterà al proprio fisico. In caso contrario resta solo la Mastopessi.

Possono essere indicate le protesi mammarie per la perdita di tonicità del seno?
Le protesi, in assenza di difetti già presenti del seno, funzionano come degli “ammortizzatori”, per cui aumentano la tonicità della pelle, rallentando il processo di invecchiamento del seno, anche se questo sarà sempre soggetto agli eventi che ne peggiorano l’aspetto, come la vecchiaia, l’allattamento, ecc. pur tuttavia salvaguardandolo paradossalmente, in maniera migliore rispetto a coloro che non sono portatrici di impianti mammari.
Piccole ptosi e perdite di tonicità possono essere corrette esclusivamente collocando impianti di circa 200-260 cc. aumentando mezza misura circa del reggiseno.

Ho 19 anni, il mio seno può ancora crescere?
Nelle nostre zone climatiche lo sviluppo puberale si conclude generalmente tra i 16 e i 17 anni nelle donne. Se ci trovassimo in Svezia o in Inghilterra forse una piccola ulteriore possibilità di crescita del seno ci sarebbe ancora stata, visto che a quelle latitudini lo sviluppo può concludersi anche intorno ai 19 anni. Probabilmente il seno a questa età rimarrà più o meno della attuale dimensione, nonostante in famiglia, possano esistere seni ben più voluminosi. Tuttavia oltre ai fattori genetici ci sono sicuramente altri fattori connessi come ad esempio quelli ormonali che possono influire sulle caratteristiche del seno di una donna. A 19 anni si può già eseguire in tutta tranquillità una Mastoplastica Additiva.

Quali sono gli esami necessari per eseguire la Mastoplastica Additiva?
Gli esami pre operatori che generalmente vengono richiesti sono quelli del sangue, un elettrocardiogramma con visita cardiologica e una ecografia mammaria (una mammografia per le pazienti sopra i 40 anni).

E’ normale avere paura prima di fare questo tipo di intervento?
Per quanto riguarda la paura, è un sentimento naturale, per questo è importante conoscere e avere fiducia del medico a cui ci si affiderà, anche per chiarire tutti gli eventuali dubbi. Comunque l’intervento di Mastoplastica Additiva è un intervento estremamente sicuro.

E’ meglio farsi operare in clinica o in ospedale, per questo tipo di intervento di Chirurgia Estetica?
In quale struttura eseguire un intervento di Chirurgia Estetica è un argomento complesso poiché molto spesso tocca gli interessi di molti e le informazioni riportate che sembrano ovvie nascondono, a volte, l’altra faccia della medaglia, a volte taciuta alla gente.
Questo è il mio punto di vista, basato un poco sulla mia esperienza.
Personalmente opero presso il Salvator Mundi International Hospital, che è una clinica privata rinomata di Roma, che ha tutte le strutture di ultima generazione, compresi reparti di terapia intensiva per neonati oltre che per adulti, della stessa qualità delle strutture universitarie, tanto che questa clinica ha attualmente la convenzione per il trattamento del personale di tutte le ambasciate e i consolati stranieri in Italia.
Premesso ciò ci sarebbero da fare alcune riflessioni: l’intra moenia ossia la possibilità ai medici ospedalieri di fare l’attività privata all’interno dell’ospedale è stata resa possibile solo da poco in Italia, cosi strutture che fino a qualche anno fa si occupavano esclusivamente, con ottime referenze di determinati problemi, quali ustioni, traumi, oggi sono diventate strutture dove si può fare la Chirurgia Estetica, ma chi per venti anni ha trattato solo gli ustionati (e non mi riferisco ai medici) è oggi in grado di trattare con la stessa perizia e competenza pazienti con problematiche completamente differenti?
Credo che determinate ansie siano comunque, in parte giustificate, visto che per alcuni colleghi è meglio rischiare in una piccola clinica sprovvista di tutto e mettersi in tasca i soldi che risparmiano sulla clinica. Il primo passo da compiere è sicuramente quello di mettersi in buone mani per evitare, dopo, brutte sorprese, indipendentemente dal luogo dove sarà effettuato l’intervento.

Occorre massaggiare le protesi?
Oggi con l’avvento delle protesi testurizzate e/o ricoperte in poliuretano, non esiste più la necessità di massaggiare il seno, per minimizzare la retrazione capsulare e/o evitare la formazione della contrattura. Tuttavia un massaggio preventivo fatto dalla stessa paziente potrebbe essere consigliabile. Quando poi le protesi vengono inserite sotto il muscolo, ci pensa quest'ultimo a massaggiarle continuamente durante i normali movimenti delle braccia.

Il drenaggio nel post-operatorio è sempre necessario?
L’uso del drenaggio per l’evacuazione di secrezioni e sangue formatesi durante l’intervento è un argomento non facile da affrontare o da sottovalutare. Cercherò di chiarire alcuni concetti, che mi sono stati insegnati ed altri basati sulla mia esperienza:
Fin dall’inizio alla scuola di specializzazione ci è stato insegnato a non usare il drenaggio nella Mastoplastica Additiva. I motivi sono prima di tutto concettuali: il drenaggio in teoria andrebbe usato se esiste un vuoto tra i tessuti, dove si può formare una raccolta ematica e non dove è stato fatto un riempimento (ad esempio con le protesi che mettono in tensione i tessuti e di per se dovrebbero scongiurare la formazione di tali raccolte). L’altro motivo è che comunque la formazione di un ematoma vero, inteso come un sanguinamento continuo all’interno, non è risolvibile col drenaggio ma solo reintervenendo chirurgicamente. Lo stesso sieroma non è risolvibile ne prevenibile con l’uso del drenaggio in quanto per poterne scongiurare la formazione è oggi provato che il drenaggio andrebbe mantenuto per lo meno per 15 giorni, cosa che esporrebbe il paziente a gravi rischi di infezione. Il drenaggio infatti è teoricamente fonte di infezione retrograda ossia produce un rischio addizionale che germi vengano portati dall’esterno all’interno dell’organismo, proprio per mezzo di quella comunicazione tra dentro e fuori.
Sulla base di questi motivi non utilizzo di routine drenaggi nella Mastoplastica Additiva.
Tuttavia occorre cautela: credo che molto importante sia la tecnica chirurgica e il rispetto dei tessuti durante l’intervento. Chi usa i drenaggi non lo fa perché è meglio, ma semplicemente perché è costretto, ad esempio in pazientio che sanguinano molto e  che possono portare eventi indesiderati quali infezioni, contratture capsulari, ecc., e quindi la necessità dell’uso del drenaggio per diminuire tali rischi.

Potrei perdere la sensibilità del seno dopo un intervento di Mastoplastica Additiva?
Qualora l'incisione venga realizzata sul contorno dell'areola si ha un periodo in cui la sensibilità specie dell'areola sarà alterata, ma tornerà spontaneamente alla normalità dopo circa 2-3 mesi. Non mi risultano perdite di sensibilità dell'intera mammella, certo all'inizio le pazienti riferiscono di percepire la protesi all'interno del proprio seno, ma nel giro di poche settimane questa sensazione scompare (come quando dal dentista si cura un dente i primi giorni si avverte una sensazione da corpo estraneo). Insomma l'alterazione della sensibilità temporanea dopo incisione periareolare è normale.
Problemi durante l'intervento come una necrosi dei tessuti, una dissezione non parallela ai tubuli galattofori e alle terminazioni nervose che li accompagnano, la formazione di grossi ematomi, possono produrre compressioni tali da compromettere le terminazioni nervose, producendo anche se raramente disturbi definitivi della sensibilità dell’areola.

Cosa mi dice sulla possibilità che io abbia una contrattura capsulare dopo l’inserimento delle protesi?
Sul sito ho chiarito la maggior parte di problematiche inerenti la Mastoplastica Additiva e le domande che più frequentemente mi vengono rivolte dalle pazienti. Ho solo accennato alla contrattura capsulare perché attualmente dovrebbe essere un problema secondario (le informazioni scientifiche ci danno percentuali di contrattura capsulare con protesi ricoperte in poliuretano dello 0.2%). Nella pratica tuttavia le cose stanno diversamente e per questo si continua a parlarne così tanto.
Ogni volta che si colloca una protesi o un qualsiasi altro tipo di impianto, l'organismo produce una capsula che circonda la protesi stessa. Questo fenomeno avviene sempre, in tutte le persone portatrici di protesi mammarie. Tuttavia tale capsula, che è molto sottile in condizioni normali, può ispessirsi rendendo il seno duro. Questo fenomeno si chiama contrattura o retrazione capsulare e può rendersi evidente in qualsiasi momento: subito dopo l’intervento ma anche dopo 10 – 20 anni dall’inserimento delle protesi. Esistono poi 4 gradi, che corrispondono a differenti gradi di durezza del seno e che nei casi più gravi si accompagnano ad un cambiamento dell’estetica della mammella.
I consigli che possono essere dati quanto meno per minimizzare la possibilità dell’insorgenza della contrattura capsulare sono la scelta di protesi adeguate con superfici di rivestimento testurizzate o in poliuretano, il posizionamento della protesi preferibilmente in sede sottofasciale o sottomuscolare, la scelta del chirurgo con tecnica e capacità chirurgica adeguata (interventi chirurgici eseguiti molto “aggressivamente” facendo sanguinare eccessivamente i tessuti, possono predisporre l’insorgenza di problemi secondari e tra questi, a mio modo di vedere anche la contrattura capsulare).

Per quale motivo non consiglia l’incisione sotto la piega mammaria per inserire le protesi?
E’ sulla base dell’esperienza pratica, che oggi, tranne casi selezionati,  sconsiglio l’incisione sotto la piega mammaria, che fra l’altro da un punto di vista tecnico è più facile e veloce da eseguire.
L’incisione sotto la piega mammaria presenta degli inconvenienti, che cercherò di descrivere brevemente:
1 è estremamente difficile far coincidere la cicatrice con la nuova piega sottomammaria, che si forma aumentando il volume della mammella.
2 le incisioni situate in coincidenza di pieghe corporee hanno la tendenza ad allargarsi.
3 il peso della protesi per effetto della forza di gravità tende a fare pressione sulla zona dove è situata l’incisione contribuendo a inconvenienti quali allargamento della cicatrice, superficializzazione della protesi, che potrebbe palparsi sotto pelle.
4 visibilità sotto il bikini, sdraiandosi o sollevando le braccia.
Attualmente la tendenza in Brasile, nel caso venga effettuata questa incisione è realizzarla lateralmente, circa 2 cm più alta e parallela alla piega sottomammaria per evitare gli inconvenienti sopra descritti.

E’ necessario avere un’attrezzatura particolare per inserire le protesi per via ascellare?
Inserire protesi per via ascellare non necessita di attrezzature particolari e non ritengo sia particolarmente difficile, in tutta franchezza credo che eseguire una Mastoplastica Additiva non sia tecnicamente difficile per un medico che abbia basi di Chirurgia Generale. Tuttavia se si cercano risultati estetici di un certo livello è un altro discorso: occorre una grande esperienza in reparti universitari in cui si esegue la chirurgia estetica, sotto la guida di vari insegnanti per assimilare le tecniche e le sfumature diverse di ognuno e farle proprie.

Ho sentito dire, che qualora avessi un problema anche se l’incisione è stata fatta sotto l’ascella, occorre comunque incidere sotto la piega mammaria per rimuovere la protesi?
Le protesi vanno rimosse sempre dallo stesso accesso per mezzo del quale sono state impiantate, proprio per non fare ulteriori incisioni. Fino ad oggi non ho mai avuto la necessità di praticare una incisione sottomammaria per rimuovere una protesi, neanche per sostituire protesi con involucro di poliuretano, che rispetto alle normali protesi testurizzate tendono ad attaccarsi in maniera tenace ai tessuti circostanti.

Quali sono i motivi che rendono assolutamente necessaria la rimozione o la sostituzione delle protesi?
Esistono due indicazioni principali di sostituzione delle protesi:
1 problemi estetici, legati ad una contrattura capsulare di III o IV grado o ad una rottura con frammentazione della protesi solo per citare i casi più frequenti.
2 dolore, che potrebbe essere dovuto ad un processo di “spandimento” di silicone liquido dopo rottura della protesi e conseguente infiammazione dei tessuti circostanti.

Consiglia le protesi di silicone o esistono alternative più valide?
Allo stato attuale l’aumento del seno è realizzabile in sicurezza esclusivamente mediante inserimento di impianti mammari.
Secondo il mio modo di vedere le protesi di silicone a differenza di quelle riempite con soluzione salina o altro, restano quelle, che danno i risultati migliori e più naturali, oltre a rimanere le più sicure in quanto utilizzate da molti anni e quindi con una casistica e un' esperienza maggiori. Oggi, poi, gli impianti di silicone hanno subito una notevole evoluzione con la messa in commercio di protesi in silicone gel-coesivo, cioè riempite con silicone sotto forma di un gel filamentoso (e non liquido) in modo tale, che anche in caso di rottura accidentale non vi sia fuoriuscita di silicone libero all’interno dell’organismo.
Il mio consiglio rimane quello di orientarsi sull’uso di protesi di silicone gel-coesivo, rotonde ad alto o basso profilo (secondo la costituzione della paziente) e non quelle a forma di goccia o anatomiche, che sono più dure e danno quindi un risultato specialmente al tatto meno naturale.

Utilizzo di tecniche alternative per l’aumento del volume del seno come il grasso o sostanze iniettabili, sono procedimenti validi?
E' possibile aumentare il seno nella sua interezza esclusivamente inserendo impianti mammari.
Dimentichiamo l'idea di farsi iniettare il proprio grasso: la mammella è una struttura complessa formata da elementi nobili e non può,come qualcuno pensa, essere ridotta ad un contenitore da riempire con del grasso . Violare lo spazio ghiandolare infiltrando del grasso o altre sostanze come acido ialuronico è inoltre una pratica che può costare caro poiché espone a grandi rischi di necrosi di tessuto (non scordiamoci che gli impianti mammari non occupano mai uno spazio in mezzo alla ghiandola, ma sempre sotto la ghiandola in piani differenti e separati).
Dimentichiamo inoltre ciò che qualche casa che produce filler vorrebbe far credere: siamo ancora ben lontani dalla produzione di un Acido Ialuronico in grado di riempire le mammelle, mentre pratiche illegali come l’inserimento di poliacrilamidi o siliconi liquidi, a mio modo di vedere vanno assolutamente bandite.

Mi indica un medico capace, che lavora nella mia regione, per una Mastoplastica Additiva?
La cosa migliore resta quella di rivolgersi a Medici che hanno già eseguito la Mastoplastica Additiva su amiche o parenti di cui si è potuto verificare il buon esito. Tra l'altro la clientela in chirurgia estetica è fatta quasi esclusivamente sul passaparola e non certo su “promozioni” e “pubblicizzazioni”.

Non abito a Roma ma vorrei fare l’intervento di Mastoplastica Additiva con lei, quanti giorni devo rimanere a Roma e quando devo tornare per i controlli?
Dopo aver eseguito la visita medica per mettere in evidenza il problema, capire il da farsi e prescrivere gli esami pre-operatori, si torna direttamente per l’intervento. Pur potendo lasciare la Clinica il giorno dell’intervento, consigliamo di rimanere a Roma per poter essere visti il giorno seguente prima di ritornare presso la propria città. Realizziamo le successive visite di controllo, dopo circa una settimana, e quella finale dopo tre mesi.

mastoplastica additiva Bibliografia


1 Georgidade N.G. et al. Esthetic breast surgery.In McCarthy J.G. Plastic Surgery Volume 6 Saunders (ed) 1990 pp 339-3896.
2 Muzy S. Mamaplastia de aumento.In Ribeiro L. Cirurgia da mama. Medsi ed. 1989 pp. 297-315.
3 Biggs T.M. et al. Aumentation mammaplasty.In Smith J.W; Aston S:j. Crabb and Smith’s Plastic Surgery. Little Brown 1991 pp. 1145-1156.
4 Spear S.L; Dawson K.L. Aumentation mammaplasty.In Choen M. Mastery of plastic and Reconstructive Surgery. Little Brown 1994 pp. 2099-2113.
5 Millard D.R. Teaching our speciality is its best legacy.In Millard D.R. Principlization of Plastic Surgery. little Brown 1986 pp. 580-600.
6 Pitanguy I. Conferencia 1. XXXVIII Congresso Brasileiro de Cirurgia Plastica. 14 a 18 novembro de 2001 Sao Paulo-SP. Brasil
7 Jones FR. Tauras AP. A periareolar incision for augmentation mammaplasty.Plastic & Reconstructive Surgery 1973; 51(6):641-4.
8 Pitanguy I. et al. Incisao transareolar para mamaplastia de aumento.Rev. Bras. Cir. Plast. 1973; 63:301-306.
9 Hoehler H. Breast augmentation: the axillary approach.British Journal of Plastic Surgery. 26(4):373-6, 1973.
10 Baker JL Jr. Bartels RJ. Douglas WM. Closed compression technique for rupturing a contracted capsule around a breast implant. Plastic & Reconstructive Surgery. 58(2):137-41, 1976.
11 Rohrich, Rod J. M.D.. Adams, William P. Jr. M.D.. Beran, Samuel J. M.D.. Rathakrishnan, Ranganathan B.A.. Griffin, John M.D.. Robinson, Jack B. Jr. Ph.D.. Kenkel, Jeffrey M. M.D.. An Analysis of Silicone Gel-Filled Breast Implants: Diagnosis and Failure Rates. Plastic & Reconstructive Surgery. 102(7):2304-2308, December 1998.
12 Mesa redonda 2- Proteses mamarias. XXXIX Congresso Brasileiro de Cirurgia Plastica. 20 a 23 novembro de 2002 Salvador-BA. Brasil
13 Graf M.R. et al. Subfascial endoscopic transaxillary augmentation mammaplasty.Rev. Soc. Bras. Cir. Plast. 1999;14(2):45-52 .
14 Tebbetts JB. Transaxillary subpectoral augmentation mammaplasty: long-term follow-up and refinements. Plastic & Reconstructive Surgery. 74(5):636-49,1984.
15 Dempsey WC. Latham WD. Subpectoral implants in augmentation mammaplasty. Preliminary report.Plast Reconstruct Surg. 42(6):515-21, 1968.
16 Filho S.G.B. Mastoplastia de aumento sob anestesia peridural.In Avelar M.J. Anestesia loco-regional em Cirurgia Estetica. Editora Hipocrates 1999 pp. 279-283.
17 Tournieux A.A.B. Anestesia local na colocaçao de protese mamaria.In Avelar M.J. Anestesia loco-regional em Cirurgia Estetica. Editora Hipocrates 1993 pp. 279-283.
18 Magalhaes H.H. Monitorizaçao para anestesia loco-regional em Cirurgia Estetica.In Avelar M.J. Anestesia loco-regional em Cirurgia Estetica. Editora Hipocrates 1993 pp. 12-20.
19- Duffy MJ. Woods JE. Health risks of failed silicone gel breast implants: a 30-year clinical experience.Plastic & Reconstructive Surgery 1994; 94(2):295-9.
20 Handel N. Wellisch D. Silverstein MJ. Jensen JA. Waisman E. Knowledge, concern, and satisfaction among augmentation mammaplasty patients. Annals of Plastic Surgery. 30(1):13-20; discussion 20-2, 1993.
21-McLaughlin, J. K., Nyren, O., Blot, W. J., et al. Cancer risk among women with cosmetic breast implants: A population-based cohort study in Sweden. J.N.C.I. 90:156, 1998.
22- Deapen, Dennis Dr.P.H.. Hamilton, Ann Ph.D.. Bernstein, Leslie Ph.D.. Brody, Garry S. M.D.. Breast Cancer Stage at Diagnosis and Survival among Patients with Prior Breast Implants. Plastic & Reconstructive Surgery 2000; 105(2):535-540.
23- Hall FM. Homer MJ. D'Orsi CJ. Eklund GW. Mammography of the augmented breast. [Letter] AJR. American Journal of Roentgenology. 153(5):1098-9, 1989
24-Food and Drug Administration Advisory Panel Transcripts, General and Plastic Surgery Devices Panel. Gaithersburg, Md.: FDA, November 14, 1991. P. 277.
25-Deapen DM. Bernstein L. Brody GS. Are breast implants anticarcinogenic? A 14-year follow-up of the Los Angeles Study. Plastic & Reconstructive Surgery. 99(5):1346-53, 1997.
26-Kern KA. Flannery JT. Kuehn PG. Carcinogenic potential of silicone breast implants: a Connecticut statewide study. Plastic & Reconstructive Surgery. 100(3):737-47; discussion 748-9, 1997.
27-Friis S. McLaughlin JK. Mellemkjaer L. Kjoller KH. Blot WJ. Boice JD Jr. Fraumeni JF Jr. Olsen JH. Breast implants and cancer risk in Denmark. International Journal of Cancer. 71(6):956-8, 1997.
28-Bryant H. Brasher P. Breast implants and breast cancer--reanalysis of a linkage study.New England Journal of Medicine. 332(23):1535-9, 1995.
29-Malone, K. E., Stanford, J. L., Daling, J. R., and Voigt, L. F. Implants and breast cancer (Letter). Lancet 339:1365, 1992.
30-Brinton LA. Malone KE. Coates RJ. Schoenberg JB. Swanson CA. Daling JR. Stanford JL. Breast enlargement and reduction: results from a breast cancer case-control study.Plastic & Reconstructive Surgery. 97(2):269-75, 1996.

News

Mastoplastica Additiva Ascellare miglior opzione per le pazienti ad alto rischio

Uno studio datato dicembre 2014 realizzato sul "Journal of Plastic, Reconstructive and Aesthetic Surgery"  rivela che la mastoplastica additiva ascellare (detta anche transascellare)  in pazienti portatrici di mastectomia con tessuti compromessi ad esempio a causa della radioterapia, risulta essere più sicuro per sostituire l'espansore ed inserire le protesi rispetto agli accessi anteriori, attraverso la cicatrice realizzata per l’asportazione del tumore. Per ulteriori informazioni vedi l'articolo della mastoplastica additiva ascellare nella ricostruzione del seno