Lifting Viso

Il lifting del viso è un intervento, che si effettua per trattare il volto invecchiato e che utilizza un insieme di tecniche in grado di ringiovanire la fronte, la faccia e il collo. 
Spesso procedimenti descritti come meno invasivi, vengono sopravvalutati in maniera eccessiva, senza, che questi riescano a risolvere il problema in maniera efficace. 
L’invecchiamento è un processo globale, che coinvolge tutti i tessuti dai più superficiali ai più profondi ed è quindi necessario, saper indicare il giusto tipo di intervento in ogni singolo caso specifico. 
Una eccessiva esposizione ai raggi solari ad esempio, produce un tipo di invecchiamento, che si beneficia di procedimenti, che agiscono sulla pelle, quali il peeling, la dermoabrasione, il laser. Ma voler insistere a tutti i costi con tali procedimenti, perché ritenuti meno aggressivi, su un viso con perdita di struttura profonda, sarebbero tempo e soldi sprecati: semplificando, non si può pensare di agire esclusivamente sulla pelle e risolvere problemi come il doppio mento, l’accumulo della pelle al livello delle palpebre o la perdita del contorno del viso. Queste infatti, sono situazioni in cui bisogna agire anche sulle strutture profonde, mentre i procedimenti che agiscono solo sulla pelle non risolvono efficacemente il problema.
Nei casi di perdita di struttura al livello dei tessuti profondi, le iniezioni di filler, il laser possono solo servire a complementare un procedimento chirurgico gia effettuato. Ecco perché tali procedimenti sono denominati “ancillari” cioè complementari ad un intervento chirurgico principale e non dovrebbero essere considerati trattamenti isolati efficaci, in grado di risolvere da soli la situazione.

In Italia il lifting è ancora un intervento non molto conosciuto. Si fa ricorso a questo procedimento, in età avanzata, intorno ai 55-60 anni, spesso quando sono già stati effettuati altri tentativi, con procedimenti conservativi, che magari hanno funzionato inizialmente ed ora non più efficaci o che hanno fallito. 
In altre aree geografiche le statistiche ci dicono, che la maggior parte dei pazienti, che si sottopone a questo procedimento ha una età media di circa 40 anni. 
Di fatto, con l’evoluzione delle tecniche chirurgiche, la possibilità di eseguire l'intervento in un periodo più precoce, garantisce sicuramente un risultato migliore e più duraturo nel tempo. 
Questo intervento deve essere considerato come un insieme di tecniche scelte e messe insieme per il singolo paziente, sulla base della costituzione dello stesso, che ha lo scopo di ringiovanire e aggiungo io, seguendo concetti moderni, di riequilibrare il viso.

lifting viso: Chiariamoci le idee

A che età eseguire il lifting del viso?
La domanda più frequente che mi viene posta dalle persone è “a che età eseguire il lifting?” 
Rispondo sempre, che questa deve essere una decisione personale del paziente, mentre il medico si dovrebbe limitare a giudicare le aspettative del paziente circa i risultati e consigliare o sconsigliare l’intervento.
Non è obbligatorio dover necessariamente fare qualcosa per migliorare il proprio volto, quando questo inizia a mostrare i primi segni di invecchiamento. Semplicemente il paziente potrebbe sottoporsi all’intervento quando si sente motivato, ne ha voglia o ne sente la necessità.
Anche i consigli degli amici possono essere fuorvianti, visto che c’è sempre chi vede solo i casi negativi e mal riusciti ed è pronto a generalizzare sui risultati ottenibili mediante questo o quel procedimento.

Perché eseguire il lifting del viso ?
Nella nostra cultura andare frequentemente dal parrucchiere, dall’estetista per mantenere il proprio aspetto è normale, tuttavia quando si parla di interventi chirurgici, spesso ci si tira indietro, forse pensando agli eventuali commenti del tipo: “… certo che è bella, ha fatto una plastica” 
Come se, per migliorare il proprio aspetto si fosse "barato", vista anche la preferenza nella nostra cultura a non commentare con gli altri il fatto di essersi sottoposti ad un intervento di chirurgia estetica. Tuttavia se esiste una evoluzione dei processi tecnologici, non si capisce perché tingersi i capelli e mettersi le lenti a contatto colorate negli occhi sia considerato tutto sommato normale ed eseguire un procedimento chirurgico in grado di migliorare l’aspetto, sia considerato al giorno d’oggi da molti ancora come qualcosa di strano o esagerato.
Una signora brasiliana, mia paziente, che da anni vive in Italia, mi diceva, che le donne italiane in ricorrenze importanti come matrimoni e ricevimenti sono disposte a spendere migliaia di euro per abiti e preziosi, per potersi presentare con "l’abito nuovo" ma aggiunge lei, con “la faccia vecchia”. Io devo dire comunque, che neanche andare al matrimonio col viso nuovo e col vestitino comprato al mercato, sia la cosa migliore, come spesso invece si tende a fare in certe culture del sud america. Gli eccessi andrebbero sempre e comunque evitati, tuttavia il non sentirsi più a proprio agio con gli altri, indipendentemente dal vestito firmato, che si indossa, potrebbe essere uno stimolo per iniziare a pensare ad un eventuale procedimento di ringiovanimento del volto.

La giusta attitudine per affrontare un intervento del viso è quella di riflettere sul fatto che il lifting sarà fatto esclusivamente per soddisfare se stessi, con un risultato personalizzato e unico: le mie pazienti mi riferiscono commenti tipo: “… ma come ti vedo bene!”, o di amiche che continuano a guardarle, ammirandole senza riuscire a spiegarsi cosa abbiano fatto realmente.
Il concetto importante è che un lifting, se ben eseguito, non deve dimostrarsi in maniera stravolgente e palese, ma apparire del tutto naturale.

La “teoria” secondo cui, trattamenti più conservativi produrrebbero risultati più naturali è completamente discutibile: nella maggior parte dei casi in cui i risultati, realizzati con tecniche conservative, vengono passati come più naturali, sono in realtà dei casi dagli esiti mediocri. 
Il risultato naturale è quello, che restituisce l’equilibrio e l’armonia di un viso sottoposto al processo di invecchiamento e non un risultato che ancora mette in evidenza il problema (passato per più naturale). Sta quindi al medico saper individuare quali aree del viso risultano più invecchiate e vadano trattate in maniera più aggressiva e quelle che andranno maggiormente equilibrate.

Il lifting del viso ringiovanisce o fa anche diventare belli?
Fino a qualche anno fa erano tutti d’accordo sul concetto, che il lifting fosse esclusivamente un trattamento di ringiovanimento del volto e non di abbellimento, nel senso che una paziente, che da giovane aveva tratti somatici non eleganti, comunque non sarebbe mai diventata più bella dopo un lifting, ma avrebbe solo dimostrato meno anni. Questo è un altro motivo per cui spesso si dice, che fare un lifting a una bella donna produce un risultato nettamente superiore rispetto al risultato, che si otterrebbe su una donna, che da giovane non era molto carina.
Oggi il concetto secondo cui il lifting sia solo un trattamento per ringiovanire il viso è messo in discussione da una serie di concetti. 
L’esempio più calzante è dato dai piccoli pazienti, che nascono affetti da malattie con alterazione dei rapporti scheletrici del viso, come avviene ad esempio nella Sindrome di Treacher Collins, o nella Sindrome di Crouzon. Tali bambini nascono con un aspetto senile del viso, che tuttavia ritorna ad avere le caratteristiche proprie della loro età, solo dopo che i rapporti scheletrici vengono chirurgicamente corretti. Quindi stravolgendo il concetto precedente possiamo dire con sicurezza che l’abbellimento raggiunto mediante l’equilibrio delle strutture e delle proporzioni del viso, a sua volta ringiovanisce. 
Per capire questo non facile concetto, bisogna comprendere che l’invecchiamento agisce a tutti i livelli, compreso quello osseo dove per fare qualche esempio con la vecchiaia gli zigomi si appiattiscono e si allungano verso il basso e il mento si fa più sfuggente. Quindi se il processo di invecchiamento colpisce maggiormente la parte ossea, in casi specifici, si potrebbe prendere in considerazione la correzione dell’osso oltre alla trazione della pelle, poiché l’effetto, che produrremmo genericamente trazionando la cute sarà quello di un viso privo di rughe, ma su uno scheletro anziano, quindi tirato e innaturale, al contrario di ciò che occorrerebbe se il trattamento fosse finalizzato alle strutture che stanno producendo il maggior grado di invecchiamento.
Quando propongo ad esempio di inserire alcune piccole protesi per correggere determinate parti dello scheletro facciale in pazienti, che mi richiedono il lifting, mi sento dire dal paziente, che non vorrebbe stravolgere la propria fisionomia, ma paradossalmente una correzione mediante riequilibro dei difetti delle strutture profonde tende ad ottimizzare il risultato rendendolo più naturale, al contrario di chi si ostina a tutti i costi a trazionare la pelle, come unico ed esclusivo mezzo di ringiovanimento.

lifting viso: i Risultati dell'intervento

Una domanda che mi viene frequentemente posta da chi si accinge ad eseguire il lifting del viso è quanto dura l’effetto dell’intervento chirurgico.
Il Prof. Millard, considerato un luminare della chirurgia plastica statunitense, ha fatto costruire una palla di vetro, che ha piazzato sulla scrivania del suo studio e ogni volta che gli si fa questa domanda, si rivolge a lei scherzosamente. Dal canto nostro evitando di essere polemici e cercando di rispondere ad una domanda tutto sommato legittima del paziente, possiamo dire che il risultato finale e la durata di un lifting del viso, dipende da una ampia gamma di fattori: dal tipo, dalla qualità e dalla condizione di partenza della pelle; dall’età in cui viene effettuato l’intervento, dal cedimento delle strutture muscolari profonde, dalla struttura ossea, dalla tecnica che viene utilizzata e infine dal chirurgo.
Inoltre il processo di invecchiamento pur se in maniera costante avviene con velocità differenti in ogni individuo ed in periodi di vita differenti nella stessa persona, mostrandosi in maniera più accentuata in diverse regioni anatomiche del viso, secondo influenze ereditarie e congenite.
Inoltre altri fattori che influiscono sui processi di invecchiamento sono gli stati di stress, l’alimentazione, lo stato di salute generale, le attenzioni, l’idratazione della pelle e l’esposizione solare.
Da un punto di vista obiettivo possiamo dire che procedimenti più aggressivi garantiscono un risultato più duraturo nel tempo. Il trattamento del muscolo sottostante ( SMAS ), secondo me non produce risultati migliori da un punto di vista qualitativo, rispetto ad un lifting esclusivamente sottocutaneo, ma una tenuta maggiore nel tempo, specie se ben indicato, nei pazienti con cedimento del muscolo e non solo della pelle e del sottocute.
La rivoluzione secondo me, in termini di durata, è data dai procedimenti con scollamento del periostio da molti autori definiti “permanenti” in base a loro casistiche ed esperienze a lungo termine. Esempi sono i casi ripresentati ai congressi di alcuni pazienti, dopo 25 anni dal lifting sottoperiostale, del Prof. Cassio Amaral dell’Università di Campinas, che dimostrano un risultato ancora perfettamente conservato. Chi come me ha avuto modo di partecipare ai corsi del Prof. Psillakis, uno dei pionieri di queste tecniche, avrà certamente avuto modo di vedere come si insisteva nel descrivere le tecniche, che producessero risultati “definitivi”. La mia esperienza con l’utilizzo dei lifting sottoperiostali risale a circa 10 anni fa, con risultati finora ottimi, sperando di poter arrivare tra 20 anni a confermare le tesi di questi autori.
In via orientativa un buon lifting dovrebbe tenere per lo meno 15 anni, anche se in Brasile dove si fa molto ricorso a questo intervento il tempo medio tra un primo e un secondo lifting è stimato intorno ai 10 anni.

lifting facciale: Tecnica chirurgica

Esistono diversi tipi di lifting, che possono essere raggruppati in 4 categorie principali:
Gruppo I : - scollamento e trazione di cute e sottocute
Gruppo II : - scollamento e trazione di cute e muscolo ( SMAS ) 
Gruppo III : - scollamento e trazione di cute, muscolo e scollamento/trazione del terzo medio.
Gruppo IV: - scollamento e trazione profonde e/o sottoperiostali

La mia routine prevede inizialmente un esame approfondito del viso del paziente in modo tale di poter consigliare quale tipo di intervento produce i migliori risultati nel caso specifico.
Tuttavia in generale, eseguo il Round lifting codificato dal Prof. Pitanguy (Gruppo I), nei pazienti più giovani con un buon trofismo dei tessuti profondi. Utilizzo inoltre, lo scollamento e la trazione dello SMAS (Gruppo II), nei casi di evidente cedimento dei muscoli mimici del viso. 
Di comune accordo con i pazienti si possono utilizzare inoltre tecniche più aggressive, che producono risultati migliori e ancora più duraturi, come il lifting con scollamento e trazione dello SMAS accompagnato dallo scollamento sottoperiostale e trazione del terzo medio, che eseguo con la tecnica della Dott.ssa Vera Cardim (Gruppo III). Mentre in casi specifici di grave cedimento dei tessuti profondi, realizzo un lifting interamente sottoperiostale con incisione bicoronale, mediante la tecnica del Prof. Psillakis (gruppo IV).

Quick Lifting

Negli ultimi periodi sono andati sempre più di moda i cosiddetti “Lifting pausa pranzo”, “Quick lifting” e altre varianti. A parte la fantasia nella scelta dei nomi di questi procedimenti da parte degli “autori nostrani”, visto che ai congressi internazionali queste tecniche non vengono neanche menzionate, tali procedimenti dovrebbero essere, delle forme di lifting meno aggressive, che consentirebbero un più rapido recupero del paziente dopo l’intervento e un ritorno più precoce alle normali attività. Tali procedimenti prevedono scollamenti minimi e incisioni ridotte. 
Sembrerebbe che si voglia tornare a quello che si faceva negli anni 20, quindi con risultati tipici degli anni 20. Queste tecniche infatti erano già conosciute in antichità per produrre solo lievi miglioramenti estetici, non duraturi nel tempo. 
Tengo a precisare che non esistono scorciatoie nel ringiovanimento del viso, i vari quick lifting non sono esenti da rischi per il paziente e producono risultati estremamente limitati e poco duraturi nel tempo. 
La migliore maniera per affrontare il problema rimane quella di pianificare dettagliatamente il proprio intervento, insieme al medico, evitando di fare ciò che non è necessario, ma in alcun modo tralasciando di fare ciò che è necessario.

Lifting Facciale - Incisioni

Incisioni per il lifting del viso

I tipi di incisioni che si possono eseguire per realizzare un lifting del viso sono molte e le cicatrici sono sempre ben mascherabili grazie anche alla possibilità di nasconderle tra i capelli.
Il lifting coinvolge tutto il volto e le incisioni che si praticano per correggere la fronte e le sopracciglia si localizzano tra i capelli nella zona delle tempie, mentre per quanto riguarda il viso vero e proprio l’incisione corre davanti all’orecchio ed è mascherabile passando dietro ad alcune strutture presenti nell’orecchio stesso (trago). 
Per quanto riguarda il trattamento del collo l’incisione viene estesa dietro l’orecchio e tra i capelli.
Esistono naturalmente molte varianti, che andranno discusse in sede di visita medica e che possono essere applicate secondo i casi.

lifting viso: l'anestesia

L’anestesia più utilizzata dai chirurghi italiani per effettuare il lifting del viso è l’anestesia generale. Tuttavia durante la scuola di specializzazione da me frequentata in Brasile, veniva messo in evidenza, che l’anestesia locale associata alla sedazione, sarebbe da preferire, non solo per un post-operatorio più tranquillo del paziente, ma anche per problemi tecnici inerenti l’intervento stesso, come il minor sanguinamento intraoperatorio, che si ha quando si utilizza l’anestesia locale e sedazione. Si scongiurerebbero anche gli sbalzi pressori durante e dopo l’intervento, tipici delle anestesie generali, che spesso contribuiscono indirettamente alla formazione di ematomi e ad altre complicazioni nel lifting del viso. 
Le soluzioni anestetiche locali contenenti xilocaina e marcaina consentono agevolmente una anestesia efficace per tutta la durata dell’intervento di lifting del viso, ma è pur vero che un intervento di lifting del viso dura 3-4 ore, ciò significa, che la “stanchezza” del paziente solamente assopito dai sedativi in sala operatoria, prima o poi si farà sentire, disturbando l’andamento dell’intervento. 
Faccio queste considerazioni per esprimere la mia personale opinione e descrivere quella, che ormai è la routine che utilizzo maggiormente.
Nei Round lift con scollamento del solo sottocutaneo e/o dello SMAS, utilizzo l’anestesia locale associata ad una sedazione profonda realizzata dall’anestesista, che consente al paziente di non essere cosciente durante tutta la durata dell’intervento. Negli casi più complicati in cui prevediamo un tempo maggiore di sala operatoria optiamo per l’anestesia generale.

lifting viso: Post-operatorio

Cerchiamo di chiarire alcuni aspetti del post-operatorio, che preoccupano particolarmente coloro che vorrebbero sottoporsi al lifting del viso.
La reazione del viso al trauma operatorio è diversa in ogni paziente. Edema ed ecchimosi sono le principali componenti, che dopo l’intervento si rendono visibili e disturbano la normale vita di relazione del paziente. In alcune persone edema ed ecchimosi compaiono in maniera molto evidente fino ad alterare la fisionomia del volto, in altre invece risultano quasi impercettibili. In linea di massima, interventi più aggressivi e profondi producono edema ed ecchimosi più accentuate. Tuttavia generalizzando possiamo dire che dopo circa 10-15 giorni, chi non conosce il paziente non nota l’intervento eseguito, mentre occorrono circa 20-30 giorni per “ingannare”conoscenti e amici. Generalmente il risultato finale si ottiene poi completamente, per quanto riguarda i risultati estetici in circa 6-8 mesi, tempo necessario al riadattamento dei tessuti e al riassorbimento di fibrosi residue.
Oggi le tecniche per effettuare un lifting si sono molto evolute, anche in termini di recupero post-operatorio, quindi il consiglio è quello di rivolgersi a chi vi propone la risoluzione del problema senza mezzi termini e senza proporre scorciatoie miracolose, che non esistono.
Incoraggiamo dal canto nostro i pazienti a riprendere una vita normale prima possibile, magari utilizzando un paio di occhiali scuri.
Rimuoviamo le suture in due tempi: nella regione auricolare in 5-7 giorni, mentre aspettiamo il quindicesimo giorno dopo l’intervento per rimuovere le suture tra i capelli.
Effettuiamo inoltre una serie di visite di controllo tra il primo e il sesto mese in modo tale da valutare i progressi, che si stanno facendo in termini di risultati estetici, in quanto il processo di cicatrizzazione è un processo individuale. La fibrosi in alcuni pazienti allunga in maniera estrema il recupero post-operatorio, mantenendo i tessuti duri e causando frequentemente cordoni sotto la pelle che si riassorbiranno lentamente nel tempo.

lifting facciale: Complicazioni

Le complicazioni in un lifting del viso potrebbero essere un tremendo disastro. Piccole sofferenze della pelle e necrosi al livello delle incisioni potrebbero trasformarsi in tragedia in pazienti non preparati. Infatti qualsiasi complicazione negli interventi sul viso è difficilmente mascherabile. Una paziente, che richiede un intervento estetico mira naturalmente a migliorare la sua apparenza e una sequela seppur transitoria può non essere accettata dalla paziente.
Nonostante ciò la medicina, non dimentichiamolo è una scienza non esatta e convive quindi con l’imponderabile. A volte la complicazione è completamente inattesa, in un intervento ben condotto e che non ha destato particolari problemi tecnici.
Di tali eventualità il paziente deve essere messo al corrente, sapendo che l’intercorrenza di una complicazione non conduce necessariamente ad una sequela definitiva , ma che il problema per essere risolto necessita di tempo ed eventuali ulteriori interventi chirurgici.
In ordine di frequenza tra le complicanze serie nel lifting del viso troviamo l’ematoma che avviene con una percentuale variabile tra 1-3%. Generalmente si presenta nelle ore successive l’intervento e necessita di drenaggio e/o revisione chirurgica. Non esistono sistemi per scongiurare questa complicazione, anche se sbalzi pressori, assunzione di aspirina precedente l’intervento, situazioni di sforzo nell’immediato post operatorio come il vomitare, possono accrescere le possibilità di questa evenienza.
La complicazione più temuta risulta invece l’ischemia del lembo di pelle scollato con eventuale sofferenza del tessuto e necrosi di aree di cute più o meno estese. Pazienti a rischio sono sicuramente i fumatori, gli ipertesi e i diabetici. Nella mia routine non opero di lifting del viso e plastica dell’addome i pazienti fumatori, che non abbiano sospeso completamente le sigarette per lo meno da 15-20 giorni.
Altre complicazioni prevedono l’infezione, la cattiva cicatrizzazione e i problemi tecnici, che necessariamente vanno discussi e risolti in sede di visita col proprio medico.

Lifting del Viso in breve

Durata dell'intervento
L'intervento dura circa 3-4 ore. Preferiamo utilizzare l'anestesia locale associata ad una sedazione profonda.

Ricovero
Si entra in clinica il giorno dell'intervento e si viene dimessi in giornata, o la mattina successiva.

Medicazioni
La prima visita di controllo viene effettuata dopo 5-7 giorni per la rimozione di cerotti e suture. Il secondo controllo viene effettuato a distanza di 15. Controlli ulteriori si effettuano al termine del primo mese e negli ulteriori 3-6 mesi.

Altre informazioni
​E' un intervento impegnativo, generalmente indolore, che da la possibilità di riprendere le attività lavorative in 15-20 giorni. L'esposizione al sole è consentita dopo la scomparsa di macchie ed ecchimosi.